Mandato agli animatori del Grest: Essere Ospitali
Domenica 12 giugno 2016, in Ca’Giò, durante la Celebrazione della Messa per i ragazzi, hanno ricevuto il mandato della comunità gli animatori del Grest 2016 “Perdiqua: si misero in cammino”. Di seguito il pensiero di don Gianluca per gli animatori, ispirato al Vangelo della domenica.
Carissimi animatori del Grest,
questa domenica vorrei parlare in particolare a voi. È bello il Vangelo di questa domenica, una pagina di misericordia, di fede, di riconoscenza, che apparentemente potrebbe sembrare lontana rispetto a quello che voi animatori vivrete da domani. Gesù viene invitato da un fariseo di nome Simone a mangiare da lui, a casa sua. Ad un certo punto entra nella casa di questo fariseo un’ospite non previsto. Era una donna conosciuta da tutti nella città come una peccatrice. Forse era una prostituta. Essendo peccatrice, questa donna era considerata impura e tutto ciò che veniva in contattato con lei (cose e persone) diventava a sua volta impuro. Questa donna, senza dire una parola, si mette ai piedi di Gesù e scoppia in pianto; le sue lacrime bagnano i piedi di Gesù e lei li asciuga con i suoi capelli, poi li bacia e li unge con un olio profumato che ha portato con sé.
Risalta il confronto tra queste due persone, Simone il fariseo da una parte e la donna peccatrice dall’altra: Simone, pur avendo invitato Gesù, non vuole compromettersi né coinvolgere la sua vita con il Maestro; la donna, al contrario, si affida pienamente a Lui con amore e con venerazione.
Ma cosa centra questo brano con gli animatori del Grest? Centra molto, perché permettetemi, la donna peccatrice ci da’ una vera lezione sull’ospitalità, che è uno degli obiettivi di questo Grest. Noi possiamo essere domani animatori come Simone il fariseo oppure come la donna peccatrice.
L’animatore come Simone è freddo, distaccato, rigido, che non si lascia coinvolgere pienamente da ciò che lo circonda. Non si butta con i ragazzi, non si compromette, è indifferente. Non basta dire ai bambini «Venite al Grest!» o stare tra le mura dell’oratorio per 4 settimane di fila per dire «Sono un bravo animatore!». Non è l’indossare la maglietta rossa dell’animatore o essere puntuale ogni giorno e rispettare le regole che mi permette di essere un bravo animatore. L’ordine, la puntualità, la precisione, l’organizzazione, sono caratteristiche importanti, guai se mancassero, ma non sono sufficienti.
Il bravo animatore non è quello perfetto, ma quello che ha cuore veramente i ragazzi, quello che si prende cura di loro. Non è mosso dal senso del dovere, ma dall’amore, lui sta in oratorio con il cuore. È l’animatore attento ai nuovi arrivati, ai piccolini, ai bambini più sensibili, vive per i ragazzi. Impara i loro nomi e costruisce con essi delle relazioni. Si informa su cosa provano, su come si trovano stando in oratorio.
Gesù al Grest ci viene a visitare attraverso i bambini che vaglieranno il nostro cancello domani. Sarebbe triste sentirsi dire da Lui a fine giornata in verifica: «Sono entrato in oratorio e tu non mi hai salutato. Non conoscevo molti ragazzi e tu non ti sei accorto di me, hai continuato a stare con i ragazzi che già conoscevi. Nei momenti liberi, te ne stavi per i fatti tuoi con gli altri animatori oppure alle costole dell’animatrice che ti piace. Tu non mi hai fatto capire di essere felice di stare con me».
La donna del Vangelo ci insegna che non basta ospitare sotto un tetto, ma anche nel proprio cuore. Essere animatori ospitali significa prendersi cura dei ragazzi, non far sentire solo nessuno. Vi pongo una domanda: riuscirò a fare abitare nel mio cuore i ragazzi che vedrò al Grest? Cosa farò per essere ospitale?
Mi viene in mente un sogno che fa don Bosco nel quale c’è un ragazzo che piange, triste perché il suo oratorio non più come quando era presente il santo, ma ora educatori stavano lontano dai ragazzi, incuranti, indifferenti. C’è una frase di don Bosco che mi colpisce: non basta dire di amare i giovani, ma occorre che i giovani sappiano di essere amati.
Lasciamoci contaminare dalla voglia di vivere e di divertirsi dei più piccoli! Avviciniamoci a loro, guardiamoli, cerchiamo di capire come prenderli, cosa conservano nel loro cuore e apriamogli il nostro cuore. Per amare i ragazzi, lasciamo che l’amore di Cristo riempi i nostri cuori. Gesù è l’unico che può moltiplicare il nostro amore per loro. Il Signore, se lo cercheremo, ci darà ogni giorno forza ed amore nuovo e fresco, perché Lui ha continue riserve di amore. Ecco allora l’importanza della preghiera quotidiana al Grest nelle sue varie forme, e della preghiera personale. Cari animatori, sarebbe buono come testimonianza per la comunità e anche per il vostro bene, partecipare ogni domenica a questa messa, insieme, per nutrirci insieme dell’amore di Gesù che ci permette di stare in piedi, di essere ospitali, con gioia al Grest.
Maria ci accompagni “perdiqua” da domani e ci aiuti ad essere animatori secondo il cuore di Gesù, ospitali come la donna peccatrice.