I ragazzi della Ca’Giò al Giubileo dei Ragazzi
«Il Giubileo dei Ragazzi è stata un’esperienza che fantastica è dir poco!», così esprime le sue emozioni Giulia, che con un gruppetto di Arona, assieme ad altri ragazzi della Diocesi, ha partecipato dal 22 al 25 aprile al Giubileo dei Ragazzi a Roma. Per Giulia e tanti ragazzi presenti, il pellegrinaggio a Roma è stato un po’ un avventura: «Eravamo tantissimi ragazzi, abbiamo faticato un sacco, ma siamo stati ricompensati dalla bellezza di Roma, dall’incontro con il Papa, dall’accoglienza calorosa di Don Gino e dei volontari della Parrocchia San Gaudenzio e dalle amicizie che sono nate oppure rinforzate. Non nascondo che all’inizio ero nervosa, perché non sapevo cosa avrei fatto, ma con tutto il cuore dico: ne è valsa la pena!».
Le giornate trascorse a Roma sono state molto intense, sia per il viaggio che per il ritmo incalzante dovuto ai vari spostamenti necessari e alle code che inevitabilmente i gruppi hanno trovato per il passaggio attraverso la Porta Santa, alla Festa dei Giovani all’Olimpico, per la Messa con il Papa e per mangiare. È stato chiesto molto ai ragazzi, e loro si sono mostrati all’altezza della sfida, stupendo un sacco gli adulti per il modo in cui hanno vissuto il tutto. Sempre Giulia racconta: «Durante la Messa con il Papa in Piazza San Pietro, l’emozione che avevo era grandissima. Di solito vedo il Papa in TV, invece domenica eravamo insieme nello stesso luogo. Questa gioia mi ha aiutato anche in un momento di fatica, nel quale mi sono detta “Offro tutte queste fatiche al Signore” e con grande sorpresa mi sono sentita più leggera, come se tutte le fatiche si fossero diluite».
Ciò che hanno vissuto i ragazzi è stato sicuramente qualcosa di grande, e ci vorrà del tempo per capire cosa è successo veramente a Roma nei loro cuori. «Sono successe cose inaspettate che mi porterò dentro per molto tempo – racconta Francesca – Ho imparato e vissuto cose nuove di cui ignoravamo l’esistenza. Ci siamo sentiti felici, liberi, entusiasti, come se fossimo nel posto giusto al momento giusto. Non mi sono pentita neanche un momento di aver partecipato a questo pellegrinaggio, e inoltre mi sono sentita accettata per quello che sono nel gruppo».
Per alcuni ragazzi, come Francesco, il Giubileo è stato il primo pellegrinaggio a Roma, e per molti forse il primo pellegrinaggio in assoluto: «Il Giubileo dei Ragazzi è stato il mio primo pellegrinaggio a Roma, e spero non solo di ritornare in questa città, ma anche di partecipare ad altri pellegrinaggi simili, perché questa esperienza mi è piaciuta moltissimo».
Un elemento che ha sicuramente aggiunto valore all’esperienza è stato il parteciparvi insieme agli oratori della Diocesi, che ha permesso sicuramente ai nostri ragazzi di allargare i loro orizzonti, come è successo ad Andres: «Abbiamo condiviso il viaggio e altri momenti con i ragazzi di altri oratori della diocesi, in particolare con quelli di Oleggio e Trecate. Mi sono divertito molto con loro e con i miei amici e gli animatori».
«Tornando a casa – dice don Gianluca, che con gli animatori ha accompagnato il gruppo a Roma – penso che il Giubileo sia stato l’esperienza giusta, al momento giusto. I ragazzi avevano bisogno di stare insieme fra di loro e di allargare il loro giro, scoprendosi circondati da tanti loro coetanei che come loro portano avanti, tra mille fatiche e dubbi, un cammino di fede. È stato molto importate, secondo me, che i ragazzi vedessero tanti come loro in coda non solo per attraversare la Porta Santa, ma anche in attesa per la Confessione, sacramento che oggi i ragazzi trovano difficoltà a vivere. La coda che avevano davanti ai loro occhi, spero abbia risvegliato il desiderio di lasciarsi toccare dalla misericordia di Dio e di ricevere il suo perdono. Sicuramente molto coinvolgente è stata la festa dei Giovani allo Stadio Olimpico, una scelta intelligente: i ragazzi si sono scatenati, hanno ascoltato i cantati che seguono, assistito a degli spettacoli, incontrando una Chiesa che non è allergica alla festa e che ha a cuore il loro desiderio di divertirsi».
«Ancora una volta il Papa ha saputo arrivare ai cuori, in particolare a quelli dei nostri ragazzi – conclude don Gianluca – Non si possono dimenticare le parole che ha detto sull’amore, la libertà e la felicità, tre elementi che i nostri ragazzi sentono molto importanti, e rispetto ai quali hanno bisogno della testimonianza di noi adulti, perché li possano vivere nella loro vera ricchezza. Ora che siamo a casa, chiedo al Signore di aiutare me e i gli animatori nel riuscire a cogliere e a comprendere ciò che nei cuori dei nostri ragazzi è successo a Roma e su questo, poterli incontrare».