Buon Natale!!! Lasciamoci conquistare dalla nudità disarmante del Bambino Gesù!
È Natale! Nel presepe abbiamo da poco aggiunto Gesù bambino. Oggi facciamo festa e diciamo: «Grazie Dio, perché hai scelto di essere nostro amico, facendoti uno come noi, Bambino come lo siamo stati noi». Ecco la straordinarietà dell’Incarnazione: Dio con noi si è comportato come fa la mamma, ogni mamma, con il suo bambino. Quante volte avremo visto questo gesto, ogni tanto lo faccio anche io con i più piccolini al grest, in oratorio, a catechismo, con il mio nipotino Luca. La mamma è alta, il bambino piccolissimo. E la mamma cosa fa? Si china, si abbassa, si porta alla stessa altezza del suo bambino. Diventa anche lei piccola, come lui. Poi lo afferra con le mani, si alza, e lo porta in alto con sé. Lo solleva fino alla propria altezza, e gli dona un bacio. È ciò che con il Natale a Betlemme 2000 anni fa Dio ha fatto con l’uomo. Dio è sceso diventando uomo, uno di noi, perché noi uomini con il suo aiuto potessimo salire alla sua altezza e diventare come Lui. «Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo “partecipi della natura divina”» (2Pt 1,4) scrive san Pietro nella sua lettera: «Infatti, questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell’uomo: perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio» (Sant’Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 19, 1).
Quando penso a questo e guardo la statua di Gesù bambino nel presepe dico: «Dio, sei veramente pazzo di noi! Cosa non ti è venuto in mente per me? Hai scelto di lasciare la tua perfezione, per vestirti della nostra miseria, della nostra carne, del nostro sangue, di tenerezza, di emozioni, di sentimenti, provando il caldo, il freddo, la stanchezza, la sofferenza, la compassione, il perdono. Così hai buttato giù qualsiasi muro che poteva esserci tra noi e te!». Dio è veramente pazzo di amore per noi! Egli è diventato uomo perché ci ama, non perché lo meritiamo, anzi facciamo di tutto per non meritarlo, ma Lui continua ad amarci comunque, perché sa’ che solo l’amore può conquistare i cuori!
In questi giorni mi ha colpito un articolo scritto da un grande interista e cattolico, Giacomo Poretti, quello del trio “Aldo-Giovanni-Giacomo, (chiedo perdono se sono di parte). Giacomo in questo articolo racconta “cosa ha imparato facendo il presepe”. Ho preso spunto dal suo suggerimento e ho provato a mettermi davanti al presepe, ad immaginarmi presente tra i personaggi che sono lì attorno a Gesù e a contemplare chiedendomi anche io: «cosa imparo dal presepe?». Io ho visto forza, luce, amore, festa, gioia, speranza, fedeltà, umiltà, vita.
Guardando il Bambino Gesù che è al centro della scena e attira ogni sguardo e attenzione a sé riscopro la bellezza dell’’esser nato, la bellezza della vita e che sono debitore per essere qui al mondo senza averlo deciso io. Io non mi sono fatto da solo, non ho deciso di venire al mondo, ma mi sono trovato ad essere e questo è un dono grandissimo. Io sono voluto! Noi siamo voluti! Oggi qualche adulto vuole dimenticarsi di essere nato, ho letto da qualche parte, lo fa per non essere indebito con Qualcuno, essere indebito ci fa sentire impotenti, piccoli, abbassa la superbia e smussa l’orgoglio. Ma guardandomi attorno nel “presepe del mondo” vedo che ci sono altre persone con me, anche loro sono state volute, proprio come me! Quante cose cambierebbero se ci vedessimo tutti voluti e scelti da Dio, se ci vedessimo tutti fratelli, tutti debitori dell’unico amore di Dio.
Poi vedo Maria, vedo una donna che ha avuto un’estrema fiducia in Dio, una ragazza che in nome della sua fede, ha avuto il coraggio di sfidare tutto e tutti, di credere nel progetto di Dio anche se non le era del tutto chiaro e ha sperato nel suo sostegno. Vedo una ragazza che viene colta di sorpresa da Dio, ma non impreparata, una ragazza che ha la disponibilità a mettere da parte ai suoi sogni per lasciare spazio al sogno di Dio, una ragazza che con gioia e passione sceglie a soli “14 anni” di fare della sua vita un dono perfetto!
Mi sposto un poco più in la’ vedo Giuseppe, che come Maria è rapito da Gesù, entrambi guardano solo lui. Insieme mi dicono verso Chi-dove anche io devo guardare. Giuseppe è un uomo giusto, buono, lavoratore, capace di farsi carico della vita di altri. Salva la buona fama e la vita di sua moglie Maria, salva il Bambino Gesù assumendo il peso di un figlio che non ha generato, ma che gli è stato donato da Dio. Giuseppe è l’uomo che mi insegna ad amare le persone anche quando cambiano non rientrando più nei miei schemi e le persone che io non scelgo, ma che in maniera inaspettata incrocio sul mio cammino.
Mi accorgo che non sono solo, sento belare, vedo degli uomini con dei giubbotti di lana, qualcuno ha addirittura sulle spalle una pecorella. Sono i pastori! Non hanno un bell’odore, e nemmeno un bell’aspetto, mi mettono un po’ disagio, infatti ai tempi di Gesù non godevano di buona fama. L’evangelista Luca dice però che sono i primi a correre nel luogo dove è nato Gesù. Che bello sapere che i primi che si sono avvinati a Gesù non sono stati dei santi, dei ricchi, ma gli ultimi, gli emarginati, i poveri, i peccatori. I pastori mi mostrano un Dio che ti ama e vuole essere accolto non per il livello di amore che tu hai per Lui o per quanto tu sia santo, ma per la necessità di amore che senti nel tuo cuore! Più ti senti povero di amore e più Dio ti ama, ti sorprende.
Sento poi una dolce melodia, di festa, e vedo gli angeli cantare e contagiare tutti i presenti di gioia, annunciano la buona novella: Dio ha visitato il suo popolo, porta la pace, la speranza! Gli angeli portano speranza nel cuore del mondo e annunciano la pace! Abbiamo bisogno di pace, abbiamo bisogno di speranza, soprattutto in questo Natale dai tratti tragici e poco rassicuranti. Ne hanno bisogno le persone sole, i malati, i giovani malati, gli amici di Aleppo, le ragazze madri, i giovani in cerca di lavoro, i migranti e noi vecchia Europa! Tutti abbiamo speranza e il Papa ci ricorda che la speranza che Cristo è venuto a è credibile perché «è diversa, è una speranza affidabile, visibile e comprensibile, perché fondata in Dio. Egli entra nel mondo e ci dona la forza di camminare con Lui: Dio cammina con noi in Gesù e camminare con Lui verso la pienezza della vita ci dà la forza di stare in maniera nuova nel presente, benché faticoso. Sperare allora per il cristiano significa la certezza di essere in cammino con Cristo verso il Padre che ci attende». Dio viene per ricordare a tutti che ogni uomo, da quella Notte di Betlemme, ha ragione di sperare.
Compito a casa. Mettiamoci davanti al presepe, meditiamo, contempliamo, e chiediamoci: cosa imparo? Fissiamo il Bambino Gesù e lasciamoci sciogliere dalla sua nudità disarmante, dalla sua tenerezza che vuole conquistare il mondo! Abbiamo bisogno di lasciarci scandalizzare da questo amore, da questo Dio che chiede solo di essere abbracciato.
Buon Natale a tutti!!!! Il Signore sia con voi!!!
Don Gianluca